La storia di Milano, i suoi luoghi, i suoi personaggi. Un blog di Mauro Colombo

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martedì 15 luglio 2014

L'impianto crematorio del cimitero Monumentale



monumentale cimitero forno crematorio



Pochi anni dopo l'entrata in funzione del Cimitero Monumentale, aperto alle sepolture nel 1866 (vedi articolo sui Cimiteri milanesi), al suo interno venne edificato il Tempio crematorio, per desiderio (e per elargizione della necessaria somma) dell’industriale massone  Alberto Keller (1800-1874).
Il tempio, progettato dal Maciachini in stile greco-dorico con moltissimi richiami ai simboli massonici, ospitò inizialmente un rudimentale forno per la cremazione dei cadaveri, uno dei primi in Europa ad entrare in funzione.
Si trattava di una semplice ara in pietra con fiammelle alimentate da gas illuminante (il gas di città che alimentava i lampioni stradali e le abitazioni dei ricchi), su progettato degli scienziati Celeste Clericetti e Giovanni Polli. Fu inaugurato il 22 febbraio 1876 proprio con la cremazione (il primo caso in Italia) delle spoglie mummificate del Keller, morto ormai da due anni.
monumentale cimitero forno crematorio

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Il rito fu autorizzato dal neo ministro degli interni Nicotera (del nuovo governo di sinistra Depretis, sorto dopo la caduta della destra storica).
Dopo questa prima cremazione quasi simbolica, ne seguì una seconda con scarsi risultati; il 17 marzo 1877 il terzo esperimento (fu cremato il corpo di un anziano morto all'ospedale per senilità) diede risultati ancora insoddisfacenti, visto che al termine del procedimento (durato due ore e mezza e costato molti soldi, a detta del Corriere della Sera) il peso della salma superava i 3 chili, vale a dire il doppio di quanto ci si aspettasse.
Nel 1878 venne dedicata un’area per la raccolta delle urne cinerarie.

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Il nuovo sistema Gorini


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Lo scienzato Paolo Gorini (1813-1881, clicca per la sua biografia), dopo essersi interessato per anni alle tecniche di conservazione dei cadaveri (suo il metodo della “pietrificazione”), giudicò il sistema crematorio applicato sul corpo del Keller antiquato e non razionale.

Studiando e sperimentando nuove tecniche, giunse a perfezionare il sistema poi conosciuto come “metodo Gorini”: la cremazione avveniva con fascine di pioppo o altra legna dolce sul principio della fiamma indiretta; la salma, era spinta all’interno del forno per scorrimento su rotelle. Poi veniva investita orizzontalmente per tutta la sua lunghezza dalla testa ai piedi dalle fiamme generate da una fornace a legna sistemata dietro e sotto il capo stesso. Il camino del fumo scendeva dapprima in basso sotto i
piedi della salma per poi salire nel fumaiolo. All’inizio di questo una seconda piccola fornace a legna bruciava ogni residuo. Il consumo era di circa due quintali di legna per la durata di due ore.

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Il suo metodo crematorio fu applicato dal 1877 presso il cimitero di Riolo, a Lodi.

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Successivamente, il metodo Gorini venne sfruttato al Monumentale di Milano, in sostituzione del vecchio sistema Clericetti-Polli, deludente sotto molti aspetti.
Per cercare di contrastare il fenomeno della cremazione (che sempre più persone sceglievano richiedendo ciò nel proprio testamento), uscì a Milano nel 1885 un libretto del sacerdote Giacomo Scurati: "Se sia lecito abbruciare i morti". Nell'opera, si legge una forte critica alla cremazione e un richiamo alla pratica della sepoltura di origine cristiana. Non mancavano descrizioni e immagini al limite del "pulp", volte a risvegliare le coscienze dei lettori, come questa raffigurazione fortemente critica del tempio milanese e del forno Gorini:


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Nel 1896, l'architetto Augusto Guidini ampliò l'edifìcio, aggiungendo verso il retro una nuova sala, capace di ospitare ben quattro forni metodo Gorini, chiusi da battenti in materiale refrattario.
Gli stessi che, ormai in disuso dagli anni settanta, possiamo ancora vedere in stato di abbandono, come testimoniano le mie foto scattate nel giugno 2014.


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Bibliografia


Gorini, P. "Sulla purificazione dei morti per mezzo del fuoco. Considerazioni, sperimenti e proposte" Milano, N. Battezzati, 1876
Scurati G. "Se sia lecito abbruciare i morti", Milano, Tipografia S.Giuseppe, via S.Calocero, 1885
Corriere della Sera, 18 marzo 1877


Mauro Colombo
luglio 2014
ultimo aggiornamento: giugno 2017
maurocolombomilano@virgilio.it